COS’E’ UNA CAMERA OSCURA?
Potremmo definire una camera oscura come una camera a prova di luce nella quale, grazie ad attrezzature specifiche, si sviluppano i negativi fotografici e ne si esegue la stampa, ma in verità è molto di più di tutto questo.
Una camera oscura è sì il luogo dove vengono create le immagini, ma è insieme un rifugio e un luogo magico, un luogo dove il tempo sembra girare a una velocità diversa, un luogo dove ogni fotografo tiene oggetti e strumenti ricavati anche personalmente, ed è soprattutto per questi motivi che ancora oggi, nell’era del digitale e dei computer, siamo qua a parlarne.
Edwad Weston nella sua camera oscura
La camera oscura è sempre stata un’estensione naturale per molti fotografi, non solo per una questione di costi (portare ogni volta a sviluppare o a stampare i propri rullini ha sempre comportato una spesa abbastanza significativo), ma soprattutto la camera oscura ha dato ai fotografi la libertà creativa e tecnica insieme al non trascurabile vantaggio di avere le proprie pellicole o i relativi provini a contatto pronti in tempi rapidissimi.
Si dice che il grande fotografo e stampatore Edward Weston stampasse i suoi meravigliosi negativi di sera, con le finestre aperte e alla sola luce della luna, e come lui migliaia di appassionati fotografi ed esperti stampatori hanno creato e ogni giorno creano stampe che sono vere e proprie opere d’arte.
Ma cosa è fatta una camera oscura? Com’è organizzata?
Una delle regole più importanti di ogni camera oscura è quella della suddivisione degli spazi in due aree ben distinte:
La zona Asciutta (dry) - la zona degli Ingranditori, delle carte e delle attrezzature
La zona Umida (wet) - la zona delle bacinelle, delle chimiche e dell’acqua
Queste due aree devono sempre stare il più possibile lontane l’una dall’altra. Il processo di stampa e di sviluppo segue procedure che possiamo definire “asciutte” e “bagnate”, e la maggior parte di esse sono svolte in sequenza partendo dalla parte asciutta per fire nella parte delle chimiche e del lavaggio, cioè quella “bagnata”.
Ma per quale motivo vanno separate? I motivi principali sono 2:
Per evitare che acqua e la chimica della parte bagnata finiscano inavvertitamente l’ingranditore, sui nostri negativi, sui cavi o sulle prese elettriche: stampare è meraviglioso, ma dobbiamo farlo in sicurezza.
Perché in questo modo avremo tutto a portata di mano vicino a dove ne abbiamo realmente bisogno, come abbiamo visto, ogni fase viene svolta in una precisa area.
Ci sono diversi modi per farlo, ma non tutti sono corretti, e se non lo sono, il solo fatto di preparare le chimiche, pulire un negativo, o lavare una stampa possono diventare operazioni rischiose e stressanti. Nei processi di sviluppo e stampa ogni passaggio deve essere compiuto in determinati tempi e modi, nei quali le temperature e la pulizia sono determinanti.
Esempio di divisione degli spazi in una camera oscura