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Push e Pull nella Fotografia Analogica: Tecniche Avanzate per Uso Creativo e Pratico

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In questo articolo parleremo di un aspetto fondamentale per ogni fotografo analogico: il Push e il Pull di una pellicola, ovvero sottoesporre o sovraesporre di un determinato numero di Stop una pellicola in fase di scatto.

A esclusione delle pellicole piane, che sono fatte di singoli fogli di negativo fotografico, per la fotografia piccolo e medio formato dovremo applicare questa tecnica a tutto il rullino fotografico.

Ma perché mai dovere usare le pellicole in questo modo? E quali sono le conseguenze?

Prima di rispondere a questa e ad altre domande su questa interessante (e utilissima) tecnica fotografica, partiamo dal sommario di questo articolo:

  1. Iso, sensibilità e impostazioni di base

  2. Ho bisogno di più luce: sottoesporre la pellicola (Push film)

  3. Come sviluppare una pellicola sottoesposta (Push film)

  4. Voglio meno contrasto: Sovraesporre la pellicola (Pull film)

  5. Come sviluppare una pellicola sovraesposta (Pull film)

Iso, sensibilita’ e impostazioni di base

Ogni pellicola che abbiamo tra le mani è stata prodotta con caratteristiche precise:

  • Iso

  • Tipologia di grana (con alogenuri d’argento più o meno fini e con forme differenti)

  • Bianco e nero o colore

  • Negativa o positiva

Tra queste quattro caratteristiche, una è sempre presente, gli Iso.

Il termine ISO ci indica la sensibilità della pellicola alla luce, questa sensibilità può venire indicata anche con il termine velocità.

Perché, a Iso più alti potremo impostare dei tempi di scatto più veloci, e con Iso bassi avremo necessariamente a che fare con tempi di scatto più lenti.

Ecco quindi, prima di procedere oltre, uno schema delle diverse sensibilità e caratteristiche delle pellicole fotografiche:

Da 25 a 300 Iso: Bassa sensibilità alla luce - granuli di alogenuro d’argento più fini, maggiore risoluzione (film lento)

Da a 300 a 800 Iso: Media sensibilità alla luce - granuli di alogenuro d’argento meno fini, buona risoluzione (film medio)

da 800 a 1600 Iso: Alta sensibilità alla luce - granuli di alogenuro d’argento più grandi, discreta risoluzione (film veloce)

da 1600 a 6400 Iso: Altissima sensibilità alla luce - granuli di alogenuro d’argento ancora più grandi, minore risoluzione (film ultra veloce).

Questo punto di partenza ci serve per collegarci a un ulteriore importante concetto: Il concetto di gamma dinamica (dynamic range).

La gamma dinamica di una pellicola indica il range massimo di luce che una pellicola è in grado di registrare senza perdita di dettagli.

Il range dinamico di una pellicola da 100 Iso è minore di uno da 400 (e questo è il motivo per il quale si usano le pellicole da 400 iso per la fotografia naturalistica o per scene ad alto contrasto).

Questo è un fattore determinante in ogni aspetto della fotografia, lo sapeva molto bene il grande fotografo americano Ansel Adams, tanto da inventare un sistema visuale specifico (Il Sistema Zonale) atto a determinare, in fase di acquisizione, sviluppo e stampa, la migliore gamma dinamica possibile.

Ho bisogno di più luce: sottoesporre la pellicola (Push film)


Spingere una pellicola significa sottoesporla di un x di stop rispetto ai suoi valori Iso nominali.

Ma come avviene, in pratica?

Per spingere una pellicola da 400 Iso di +2 stop, impostiamo sulla macchina fotografica (o sull’esposimetro) 1600 Iso. Se possediamo una macchina che legge gli iso in automatico disabilitiamo questa funzione.

Così facendo, il calcolo della luce che entra nel nostro sistema fotografico è effettivamente calcolato per un valore di 1600 Iso (nonostante la pellicola caricata sia di 400 iso).

Questo ci consente di usare tempi più veloci/ diaframmi più chiusi.

Una volta finito il rullo segneremo sulla confezione di quanti stop abbiamo sottoesposto la nostra pellicola, in questo caso segneremo + 2 (il + significa spingere, il - tirare).


Che effetti produce spingere una pellicola?:

Spingere una pellicola produce due effetti:

  1. Il primo è una sottoesposizione in fase di ripresa. Questo equivale a fare arrivare, in tutte le ombre di una scena, meno luce di quella necessaria.

  2. Il secondo effetto è dato dalla necessità di sviluppare per un tempo più lungo del normale, con un conseguente aumento del contrasto dell’intero negativo (e se la scena era già molto contrastata, bruciare le luci).



Coby Sey - Stampa di un rullino HP5 @ 1600 iso (+2 stop) - Camdem Arts Centre on Cork Street, London, UK

21.09.19 - Scatto a mano libera in penombra.

Dietro la scelta di spingere la pellicola ci sono motivi di utilità (il bisogno di più luce) o motivi squisitamente creativi (più grana, più contrasto), che fanno di questa tecnica, se usata con criterio, una carta vincente nell’arsenale creativo di ogni fotografo analogico.

Qua di seguito ( Curva da 12 minuti ) vediamo la reazione della pellicola al variare dello sviluppo, infatti possiamo notare che:

All’aumentare dello sviluppo aumenta la pendenza della curva

Questo significa un maggiore contrasto e una maggiore grana, per evitare il più possibile questo effetto assicuriamoci di esporre per le ombre.

Curve di sviluppo per negativi sottoesposti, normali e sovraesposti.


Come sviluppare una pellicola sottoesposta (Push film)

Se sviluppiamo i nostri negativi possiamo applicare una regola generale che ci aiuta nel ricalcolare i tempi di sviluppo del nostro negativo:

AGGIUNGIAMO IL 30% AL TEMPO DI SVILUPPO PER OGNI STOP DI SOTTOESPOSIZIONE EFFETTUATO

Questo significa calcolare un aggiunta extra del 30% a stop al tempo normale di sviluppo.

Agitiamo la tank in maniera il più possibile graduale, ogni film reagisce in modo diverso ai tiraggi, soprattutto in accoppiata al tipo di sviluppo e alla sua diluizione.

Segnamoci quindi i risultati in un diario, saranno la nostra guida e il nostro riferimento per trovare sempre la soluzione giusta in futuro.

Con la maggior parte dei film in commercio, possiamo sovraesporre o sottoesporre di 1 stop e cavarcela senza cambiare il tempo di sviluppo. Certo, questo dipende molto dal tipo di riprese effettuate e dal nostro modo di esporre in sicurezza.

Ma se vogliamo fare le cose per bene possiamo applicare questa formula anche ai rulli con un solo stop di sotto/sovra esposizione.

Voglio meno contrasto: Sovraesporre la pellicola (Pull film)


Per chi scatta in bianco e nero, questo tipo di procedimento, invece che sottoesporre la pellicola, la sovraespone, e questo può essere un vantaggio per ben tre ragioni:

  1. Ci aiuta a sfruttare la gamma dinamica della pellicola aumentando i dettagli nelle ombre

  2. Diminuisce il contrasto del negativo (e ne migliora la sua stampabilità)

  3. Aumenta la risoluzione complessiva dell’immagine

Ecco quindi che, con una sola operazione, ci troviamo di fronte a innumerevoli vantaggi.

Non è un caso se abbiamo già sentito il famoso detto:

“esporre per le ombre, sviluppare per le luci”

Vediamo allora come applicare questa regola con un senso ai nostri scatti dividendo in due parti, una dedicata alla ripresa e una allo sviluppo:

  • Esporre sempre in sicurezza

  • Sovraesporre in ripresa per ridurre il contrasto

  • La tecnica di sottosviluppo per gli scatti Pull


Esporre sempre in sicurezza:

Vediamo ora una modalità molto leggera di sovraesposizione, una tecnica che viene spesso usata proprio per aiutarci a non tappare le ombre anche se esponiamo una scena senza troppa accortezza.

Come fare:

Una volta scelta la pellicola da usare, per esempio una pellicola 400 Iso Kodak Tmax, non impostiamo gli iso a 400, ma, per esempio, a 380 Iso. Questa operazione può essere fatta sempre, al di là della scena che andremo a riprendere, senza cambiamenti nelle tabelle di sviluppo (segnando come normale 400 iso se lo diamo da sviluppare fuori).

Questa semplice sovraesposizione non cambierà il nostro modo di esporre, ma aiuterà le ombre del nostro negativo ad essere più aperte e nitide.

Per cui, da oggi, impostiamo i nostri iso sempre un filo sovraesposti!


Sovraesporre in ripresa per ridurre il contrasto:

Questa modalità richiede un po’ più di attenzione, e spesso viene usata sapendo che tutto il rullino (o la gran parte di esso) verrà poi processato per questo scopo.

Leica M6 35mm - Stampa di un rullino HP5 @100 Iso(+2 stop) - Il negativo HP5 è stato sviluppato per 4 minuti in un rivelatore Bellini Hydrophen con diluizione 1+31.

Come vediamo nella scena sopra, nella realtà, il contrasto della scena era molto forte, con una parte all’esterno molto illuminata, e un’altra all’interno che presentava le classiche ombre nette di una parete in ombra all’ora di pranzo.

Vediamo quindi che una scena come questa è un esempio perfetto per utilizzare la tecnica di tirare la pellicola (Pull).

Ecco come fare.

Carichiamo un rullino (in questo caso un HP5 400 iso) e impostiamo un iso più basso di quello nominale. In questo esempio, è stato abbassato di -2 stop (400 iso @100 Iso).

Così facendo, l’esposimetro della camera ci indicherà sempre tempi e diaframmi riferiti agli iso impostati (@100 Iso).

Scattiamo con questo settaggio tutto il rullo, esponendo come esporremmo normalmente (sempre per le ombre)


Come sviluppare una pellicola sovraesposta (Pull film)

Lo sviluppo di un rullino sovra sviluppato è un procedimento inverso rispetto a quello sottosviluppato:

In questo caso, il nostro scopo è fermare l’azione dello sviluppo prima che si completi sulle alte luci.

Come possiamo vedere dal questo grafico:

la curva di sviluppo di un negativo sovraesposto (4 minuti) è molto bassa e più piatta

Questo sta a indicare un negativo più piatto, quindi con minore contrasto e una preservazione dei granuli d’argento (maggiore definizione).

Come sviluppare un negativo sovraesposto?

Partiamo da questa regola generale:

SOTTRAIAMO IL 20% AL TEMPO DI SVILUPPO, PER OGNI STOP DI SOVRAESPOSIZIONE EFFETTUATO

Anche in questo caso, segniamoci i risultati e cerchiamo di non abbassare mai il tempo di sviluppo sotto i 4 minuti. Possiamo ottenere risultati anche migliori aumentando le diluizioni e tenendo tempi di sviluppo sopra i 5 minuti.

Nota finale sui tempi: Ricordiamoci che più i tempi di sviluppo sono lunghi e migliore sarà la “cura” con cui la chimica processerà gli alogenuri d’argento della nostra pellicola. Insomma, nonostante in questo caso io abbia effettivamente usato uno sviluppo Bellini con una diluizione che mi dava dei tempi rapidi, è sempre meglio cercare di usare Sviluppi e tecniche di sviluppo che ci restituiscano tempi più lenti (dai 7 minuti ai 30 o anche più).