L'osservazione della luce nella fotografia

Embrace of the Serpent - di Chico Guerra, girato in 35mm

In questo articolo proveremo ad analizzare l’aspetto principale della fotografia: la luce. 

Tutti noi ne siamo immersi, ma probabilmente è proprio nel momento in cui prendiamo in mano una macchina fotografia analogica che siamo “obbligati” a conoscerla più da vicino.

La meraviglia della fotografia analogica è strettamente connessa alla sua capacità di imprimere - senza nessun cambiamento - l’ampiezza delle luci e le ombre della scena ripresa.

Dimentichiamo le macchine fotografiche digitali, le videocamere, i cellulari e persino le più costose apparecchiature per la ripresa video professionale. Tutte queste attrezzature compiono un lavoro in tempo reale “correggendo” una serie di fattori: 

  • la quantità di luce 

  • la temperatura colore 

  • la distribuzione della luce generale della scena

e lo fanno così velocemente che il risultato ci sembra perfetto. Fantastico no? In realtà quello che siamo abituati a guardare attraverso i mirini elettronici di questi apparecchi è una scena artefatta e “truccata”. Può essere una buona cosa, ma è importante avere una conoscenza della luce che ci permetta di sapere se quello che abbiamo di fronte è qualcosa che si può avvicinare alla realtà oppure è completamente un’invenzione della nostra attrezzatura digitale.

Ecco come mai, per il fotografo digitale di oggi, è importante fare pratica nella fotografia analogica.

L’osservazione continua della realtà attraverso la mediazione di un computer ha oramai fatto dimenticare ai più la reale immensità dinamica che la luce, e i nostri occhi, ci consentono di vedere. Se è vero che ascoltando brutta musica non sapremo più riconoscerne una di qualità, l’abitudine a vedere immagini digitali ci fa perdere la capacità di riconoscere quelle reali.

Imparare quindi a “vedere” la luce significa molto per un fotografo. 

Vediamo insieme come imparare ad osservare, e quindi ad usare la luce naturale, grazie alle capacità intrinseche della pellicola fotografica.

Nel percorso di osservazione della luce c’è un elemento che contraddistingue le pellicole fotografiche dai sensori digitali: la loro latitudine di posa (o gamma dinamica), cioè la capacità che hanno le pellicole (sopratutto bianco e nero) di registrare in una stessa scena sia le alte sia le basse intensità di luci. Per questo motivo, la fotografia analogica e il cinema in pellicola riescono ancora oggi ad essere una spanna avanti in termini di rappresentazione dinamica della realtà.

Possiamo suddividere la luce che si posa sugli oggetti che stiamo osserviamo in due punti fondamentali:

  • intensità di luce

  • direzione di luce

Queste caratteristiche concorrono a definire la qualità della luce di una scena.

Vediamole nel dettaglio:

INTENSITÀ DELLA LUCE

Trent Parke, Minutes to Midnight, 2001

L’intensità della luce del sole è strettamente connessa alle ore del giorno e alle condizioni metereologiche, ma possiamo ritrovarla “per riflesso” in altre circostanze oppure sotto forma di elementi naturali come, ad esempio, il fuoco (non affronteremo però in questo articolo la temperatura colore, argomento specifico legato ai colori che mi riprometto di affrontare in un articolo a parte).

Proviamo quindi a concentrarci non solamente nelle condizioni estreme della luce, ma soprattutto ad abituarci nel valutare la luce che abbiamo intorno nella vita quotidiana.

Esercizio: Osserviamo quello che abbiamo davanti in questo momento, osserviamo le zone illuminate, le zone in ombra, l’intensità generale che illumina la scena.


Per fare questo esercizio non occorre avere con sé nessuna macchina fotografica, semplicemente cerchiamo di abituarci ad osservare il tipo di intensità di luce che abbiamo di fronte e a riconoscere le varie intensità non solo durante la giornata, ma anche durante le stagioni. Concentriamo la nostra attenzione nelle ombre e nella loro intensità.

Una luce che entra da una finestra a Dicembre è assai diversa da una una luce che passa dalla stessa finestra a Giugno. Lo è per la differente temperatura colore e lo è per la differente “qualità” che la caratterizza. Lo so, è un esercizio “a lungo termine”, ma il solo fatto di provarci quando ce ne ricorderemo, ci aiuterà moltissimo nell’interiorizzare queste differenze ai fini non solo tecnici, ma soprattutto pratici.


Facciamo ora un ulteriore passo avanti e analizziamo, in una scena generale, l’intensità della luce cercando di valutare la quantità di contrasto tra la parte più luminosa della scena e quella meno luminosa.

Un aiuto per analizzare il contrasto luminoso è quello di analizzare le ombre. Osservare la loro densità è il primo indicatore per comprendere l’intensità della luce nella scena, la sua direzione e la sua luminosità, quindi per definirne il contrasto generale.

Robert Frank - The Americans


Ed eccoci al punto focale per ogni fotografo: determinare la quantità di contrasto di una scena sotto forma di stop.

Man mano che diventeremo bravi in questa analisi saremo in grado di pre-visualizzare il risultato finale dell’esposizione del negativo in base al contrasto della scena, comprese le fasi di sviluppo e di stampa. Avremo così il controllo di quello che facciamo, addirittura prima ancora di averlo misurato con un esposimetro.

Non si tratta di un esercizio teorico fine a se stesso, ma invece di qualcosa di pratico: determinare in una manciata di secondi se dovremmo sovraesporre per compensare la differenza di stop tra le luci e le ombre o come ottenere una migliore definizione dell’immagine semplicemente spostando il nostro punto di ripresa.

Per affinare il nostro occhio possiamo quindi procedere in due fasi:

  1. Portiamo con noi un esposimetro a luce incidente e misuriamo, ogni volta che possiamo, l’intervallo in termini di stop tra le luci più intense e le ombre delle scene (luci ed ombre di cui vogliamo mantenere inalterata l’intensità di luce con dettaglio) 

  2. Osserviamo la luce, le ombre e le scene che incontriamo concentrandoci prevalentemente su quello che più abbiamo a cuore: se facciamo ritratti guardiamo principalmente i volti delle persone, o altri elementi che sappiamo volere sicuramente fotografare e analizziamone le differenze di contrasto.

In entrambi i modi l’abitudine ad osservare l’intensità della luce ci porterà inevitabilmente a prenderne maggiormente coscienza e ci ritroveremo presto a dire “no, questa luce non mi piace”, oppure “aspetta… questa luce è meravigliosa! sono certo che renderà speciale questo scatto”.

La qualità della luce è direttamente responsabile della definizione dell’immagine

Imparare a sfruttare queste caratteristiche renderà le nostre fotografie più creative, definite ed esattamente come le immaginiamo la momento dello scatto.

Ferdinando Scianna - Sicilia - fotografia scattata intorno all’ora di pranzo

Per fare un esempio semplice, prendiamo in esame due scene di luci estreme e proviamo ad analizzarne le caratteristiche di intensità luminosa:

Esempio 1: La luce dura di mezzogiorno in Sicilia

In questa scena avremo una luce molto intensa, dura, che formerà ombre molto nette e che avrà quindi un rapporto di contrasto molto alto, eccessivo: luci molto elevate e ombre molto intense. Dobbiamo scegliere tra i neri senza dettaglio o i bianchi senza dettaglio.

Se vogliamo fotografare in queste situazioni potremo usare questa luce per ottenere fotografie più grafiche e particolari, ma è indispensabile più che mai conoscere l’angolatura giusta del soggetto per evitare, soprattutto nei ritratti, di mettere in ombra gli occhi (in questo ritratto del grande Ferdinando Scianna possiamo notare che il soggetto ha infatti il volto rivolto verso l’alto per evitare eccessive ombre, ma probabilmente non era una giornata particolarmente assolata).

Per fare un altro esempio, il fotografo americano Herb Ritts era bravissimo nell’utilizzo della luce dura nei suoi ritratti, luce che fa paura a tanti, ma che ha le sue qualità, come ogni luce.


Ricordiamoci: Analizzare le ombre è il primo metodo per identificare al volo l’intensità della luce, e di conseguenza per operare le conseguenti azioni di compensazione (o di selezione).

Esempio n2: La luce in un bosco al tramonto

large format photography uncontrast.jpg

La scena che avremo di fronte sarà esattamente l’opposto di quella siciliana: il sole sta calando e la sua luce tenue viene diffusa dalla nebbia, rendendo la nostra luce così delicata da rendere il contrasto della scena quasi nullo. Avremo così ombre aperte, dettagli definiti e un senso accentuato di tridimensionalità.

Questa luce è ideale per realizzare ritratti in luce naturale, come in questo esempio.

Questi due esempi sono entrambi esempi “estremi”, ma se c’è una cosa che queste due fotografie hanno in comune, è la capacità della pellicola fotografica di catturare sia le luci più estreme sia le ombre più fitte (se correttamente esposta e trattata).


Per riassumere possiamo dire che:


L’intensità della luce definisce il contrasto di una scena



LA DIREZIONE DELLA LUCE

Caravaggio - Riposo durante la fuga in Egitto - un esempio di luce di taglio

La luce può essere intensa o soffusa, può essere lontana o vicina, può arrivare dal sole come dai riflessi o altri elementi naturali come il fuoco o l’illuminazione della luna.

Nella pittura, Rembrandt, Raffaello e Caravaggio sono stati alcuni tra i più rivoluzionari artisti a rappresentare la luce come elemento principe del racconto pittorico. Nell’epoca moderna la direzione della luce, è stata sfruttata sapientemente da direttori della fotografia, registi e fotografi per separare ed enfatizzare il carattere dei soggetti ritratti.

La direzione della luce può arrivare da diverse angolazioni, creando quindi differenti tipologie di ombre, e sono proprio queste ombre l’ elemento essenziale per comprendere la qualità della luce e le conseguenti modalità di ripresa.

L’esercizio del capitolo precedente ci insegna molto sulle luci e sulle ombre, e risulta utile specialmente al mattino presto e alla sera nella fase del tramonto. Sono questi i due momenti della giornata in cui la luce crea lunghe ombre sugli oggetti che incontra diffondendo una luce intensa, omogenea, poco intensa e molto radente.

La luce radente ha una caratteristica particolare: esalta la texture degli oggetti.

Usare quindi la luce naturale nelle prime ore della mattina o della sera può aiutarci a contenere la gamma dinamica della nostra scena, restituendoci al contempo una moltitudine di sfumature e di tonalità.

Non ci basta ancora? Scegliere di usare le ombre come campo di ripresa può aiutare a ridurre ancor di più il contrasto della scena, appiattendolo ulteriormente.

Se quindi la luce diurna o serale avvolge ogni cosa rendendo meno chiari i confini di luci e di ombre la notte, la luna, i lampioni o la luce di una candela raccontano una storia completamente diversa in termini di luminosità, soprattutto in termini di intensità luminosa

Quanto è intensa la fiamma di una candela in rapporto a un oggetto illuminato dalla luce riflessa dalla luna piena? Ecco che torniamo all’esercizio n1: la fiamma è luminosissima, ma ad un metro la sua luminosità decade drasticamente, aumentando di conseguenza il contrasto complessivo della scena. Al contrario, la roccia illuminata dalla luna riceve una luce immensamente più diffusa, seppur fioca, che renderà possibile una ripresa (lunga) e poco contrastata della scena.

Se volete approfondire l’argomento potremmo parlare della legge dell’inverso del quadrato per determinare il decadimento della luce per ogni metro, ma non è importante analizzare questi aspetti ora. 

Per riassumere possiamo dire che:

La direzione della luce del sole nelle prime ore della mattina e della sera, attenuandosi, diminuisce i contrasti

Le luci artificiali o a bassa intensità possono aumentare il contrasto generale della scena 

Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio due libri:

Il falco pellegrino (Italiano) Copertina flessibile – 1 maggio 2006 : un libro che lo stesso grande regista e scrittore Werner Herzog consiglia ai suoi studenti di regia per affinare il proprio sguardo sul mondo, poetico.

I maestri della luce. Conversazioni con i più grandi direttori della fotografia (Italiano): un libro che vi porterà dietro le macchine da presa dei più grandi direttori della fotografia nazionali ed internazionali.

Indietro
Indietro

10 impareggiabili qualità della fotografia analogica