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Come calcolare i tempi di sviluppo di una pellicola</a>

Come trovare i tempi di sviluppo di una pellicola, due immagini tratte dall’applicazione Massive Deve Chart

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Il punto di partenza

Prima o poi capita, hai per le mani un rullino ma non trovi da nessuna parte le istruzioni per il suo sviluppo. Al 90% le istruzioni sono scritte addirittura all’interno della confezione della pellicola stessa, ma cosa fare quando da nessuna parte trovo i tempi per il mio sviluppo preferito?

Come trovare i tempi corretti per la mia pellicola/rivelatore se il produttore non li ha scritti?

I modi per risolvere il problema ci sono e possono riassumersi in due distinte strade:

  1. La prima strada è quella “deduttiva”, è più veloce ed è il metodo che spiegherò nel dettaglio in questo articolo.

  2. La seconda strada è quella dei test, una strada più precisa, ma anche più laboriosa (e a volte l’unica strada possibile).


Il metodo deduttivo

Eccoci al punto, abbiamo per le mani il nostro rullino, il nostro rivelatore, ma non troviamo da nessuna parte i tempi che si abbinano alla nostra coppia.

Per illustrare questo esempio prenderemo ad esame un caso pratico, cioè come trovare i tempi corretti per il nuovo Ilford Pan 100 abbinati al rivelatore Bellini Hydrophen.

Avevo acquistato questo rullino con l’idea di farne una recensione qua su Stampaanalogica.it, ma una volta arrivato al momento dello sviluppo mi sono trovato di fronte alla mancanza di informazioni in merito ai tempi di questa pellicola con il rivelatore che uso normalmente. Ecco un esempio pratico di come trovarli senza sacrificare un rullino e diverse ore di lavoro (vedi metodo del test più sotto).

Ecco come trovare i tempi di un rullino con il metodo deduttivo:

  • Trovare una pellicola di riferimento di cui conosciamo i tempi abbinati al nostro sviluppo.

  • Trovare, per questa pellicola, i tempi di sviluppo con un rivelatore standard (cioè molto usato).

  • Trovare i tempi di sviluppo della pellicola che dobbiamo sviluppare (quella di cui non abbiamo i dati) cercando i tempi abbinati al medesimo rivelatore standard (come sopra).

  • Trovare il rapporto dei tempi tra le due pellicole, in percentuale.

  • Applicare questo rapporto (aggiungerlo o toglierlo) sul tempo di sviluppo della pellicola che abbiamo scelto come riferimento ma usata con il nostro rivelatore.

Letta così può far venire il mal di testa, ma vediamo passo passo un esempio pratico, spero risulti più semplice.

Dati di partenza: Abbiamo esposto una pellicola, la nuova Ilford Pan 100 (35mm) e dobbiamo scoprire per quanto tempo va sviluppata con il rivelatore Bellini Hydrophen.

Ecco la procedura passo passo:

  1. Troviamo una pellicola di uso comune, ad esempio, la Ilford Fp4, di cui conosciamo i tempi corretti con il nostro rivelatore (questo punto è essenziale). Abbiamo scelto l’Fp4 perché ha l’Iso simile alla nostra Ilford Pan 100. Questa è la nostra pellicola di riferimento.

  2. Cerchiamo, di questa pellicola, le indicazioni dei tempi di sviluppo abbinati con il rivelatore più comune, cioè il rivelatore che vedremo più spesso indicato dal produttore (di solito il suo), in questo caso prendiamo come riferimento l’Infosol 3 della Ilford.

    Il bugiardino ci indica: Fp4 con Infosol 3 (diluizione 1+9) = 4,25 minuti. Lo segnamo.

  3. Andiamo ora a cercare i tempi di sviluppo della pellicola che dobbiamo sviluppare, la Ilford Pan 100, con lo stesso rivelatore Infosol 3 preso come paragone.

    In questo caso troveremo: Ilford Pan 100 con Infosol 3 (diluizione 1+9) = 5 minuti (mi raccomando, le diluizioni devono essere le stesse). Lo segnamo.

  4. Abbiamo ora i due tempi di sviluppo, uno per l’Fp4 (4 minuti e 25) e l’altro per la nuova Ilford Pan 100 (5 minuti) con lo stesso rivelatore (e come detto la stessa diluizione).

    A questo punto quello che ci serve è trovare il rapporto in percentuale tra questi due tempi (ovviamente nel caso fossero identici passiamo al punto successivo).

  5. La differenza di tempi tra 4 minuti e 25 di Fp4 e 5 minuti di Pan 100 è del 18%, cioè in questo caso ci servirà il 18% di tempo di sviluppo in più: 4,25 + 18% (0,76) = 5,015 minuti. Questa percentuale sarà da applicare al nostro tempo di rifermento (non il numero assoluto).

  6. Torniamo ora al nostro riferimento: l’Fp4.

    Abbiamo scelto l’Fp4 perché sapevamo i tempi di sviluppo di questa pellicola con il nostro Bellini Hydrophen: FP4 con Bellini ( 1+31 ) = 5 minuti.

    A questo punto non dobbiamo far altro che sommare al nostro tempo la percentuale del 18% che abbiamo trovato in precedenza = 5 + 18% (0,9) = 5,9 minuti (5 minuti e 50 secondi). Questo sarà il tempo di sviluppo della nostra Ilford Pan 100 con Bellini Hydrophen in diluizione 1+31.


Il metodo dei test

Ci sono casi in cui non abbiamo scelta: i test sono necessari. Potremmo avere tra le mani un rullino molto vecchio e vogliamo fare un test per capire se i tempi e i calcoli fatti rispetto ai nuovi rivelatori sono corretti, oppure vogliamo scoprire con esattezza estrema il comportamento di una pellicola (o di un rivelatore) di fronte ad alcune variabili specifiche: cosa succede se agito 20 secondi invece di 10? Oppure, tornando al nostro quesito iniziale, quali sono i tempi esatti di sviluppo di quella specifica pellicola e con quel rivelatore?

In questo caso si può prendere una pellicola 35mm (scelgo questo formato solo per ragioni di velocità del test, ma la procedura non cambia con altri formati), e si procede come segue:

  1. scatto un intero rullo della stessa scena, con camera su cavalletto e in condizioni il più possibile controllate, cioè in interno, oppure in esterno ma in condizioni di meteo poco variabile. L’obiettivo è avere un rullo esposto in equal misura con la stessa immagine, stesse ombre, stesso contrasto, stesso fuoco.

  2. In camera oscura, o nella mia changing bag, srotolo l’intero rullo e lo taglio in 3 parti uguali (a seconda di quanti test voglio fare, di solito 3 è un buon numero) e carico nelle relative 3 tank questi frammenti di rullo. Se non abbiamo 3 tank carichiamo la prima parte in una tank, e le restanti parti in un contenitore a prova di luce: una volta sviluppato il primo pezzo di pellicola, asciugata la spirale e la tank, procederemo a caricare il secondo pezzo e così di seguito.

  3. Sviluppo quindi la prima parte di rullo partendo dai calcoli che abbiamo fatto nel metodo “deduttivo”, oppure da altri calcoli, idee o curiosità che vorrei sperimentare. Ricordiamoci che il bello della pellicola è proprio questo: sperimentare!

  4. Una volta sviluppato e asciugato il primo frammento di rullo, lo analizzo (scansiono senza automatismi oppure eseguo un provino in Camera Oscura) e da questa analisi aumento/diminuisco i miei tempi/agitazioni/diluizioni fino ad ottenere “la mia formula perfetta”.

La fotografia analogica è prima di tutto fatta di processi e di sperimentazioni, e d’altronde proprio di chimica stiamo parlando, a partire dalla luce che arriva ad impressionare la pellicola, per finire nel modo in cui decidiamo di “scoprire” le nostre ricette di sviluppo preferite. Buone scoperte!

Un frame di Trent Parke nella sua camera oscura tratto da un video della ABC

Grazie per la lettura e buoni sviluppi.

Francesco