Stampa Analogica

View Original

Edward, Brett, Cole e Cara Weston: una mostra oltre la bellezza della fotografia</a>

Non avevo mai visto nulla di così potente, emotivamente travolgente e così totalizzante come le stampe dei Weston, lì davanti ai miei occhi, direttamente da una delle camere oscure più famose d’America.

Ci sono occasioni che non possono essere perse, sopratutto da chi ama (e pratica) la fotografia analogica.

Non ho mai scritto molto di mostre fotografiche, ma in questo caso è impossibile non condividere con voi quello che, spero, sarà una premessa per andare (o per tornare) a vedere queste stampe.

Dove? A Brescia, nel Museo di Santa Giulia, dal 24 Marzo al 24 Luglio 2022.

La locandina della mostra

Ho avuto l’immensa fortuna di trovarmici di fronte in una sala deserta, complice l’orario mattutino e infra settimanale, ed è stata l’esperienza più forte che io ricordi di fronte a delle stampe ai sali d’argento.

Davanti a quelle fotografie, e non solamente le sue, ma anche e forse soprattutto a quelle dei suoi figli Brett, Cole e Cara (sua nipote), per la prima volta ho vissuto appieno tutto quello di cui ho scritto in questo sito, ovvero il valore, nel senso più ampio possibile, che la fotografia ai sali d’argento può esprimere.

Essere di fronte a tale bellezza tutta assieme è cosa rara, perché stiamo parlando non solo di forme e di scatti che hanno cambiato la fotografia del ‘900 (Edward Weston in primo luogo), ma in loro presenza ci si sente circondati da una profonda umanità, da una sensibilità fine, da un sentimento di amore totale per la natura e per la bellezza in tutte le sue forme.

Come tanti, posseggo diversi libri del grande fotografo americano, le sue fotografie le ho viste, come immagino la maggioranza di noi, sotto forma di riproduzioni (Qua il link di un libro che consiglio per qualità, prezzo e formato. Per chi invece volesse il catalogo della mostra edito da Skirà, questo è il link al loro sito, ma dovrebbe essere disponibile anche presso lo stesso Museo di Santa Giulia).

Riflettiamo per un attimo su questo aspetto, perché tutte le fotografie che vediamo, il 99% delle fotografie che vediamo, sono riproduzioni.

Questa, a pensarci bene, è una cosa triste, e probabilmente è il motivo per il quale la fotografia moderna gira a vuoto intorno alla ricerca spasmodica di “risoluzione”, avendo fatto dei monitor dei nostri computer il medium definitivo, come se potessero mai restituirci qualcosa di definivo e davvero emozionante.

Non possiamo farci nulla, per vivere un esperienza artistica, occorre essere il più vicino possibile alla mano che l’ha creata, che sia questa una scultura, un dipinto o una stampa fatta in camera oscura.

Persino il cinema, con la pellicola, riesce molto meglio del digitale a farci entrare nelle sue storie, e non solamente per via del solo mezzo, ma per il processo che esso stesso si porta dietro durante tutte le fasi della sua realizzazione, fotografia compresa.

Non voglio però divagare oltre, perché le parole, sopratutto le mie, poco possono di fronte alla maestosità delle immagini.

Buona mostra

Francesco Mussida